mercoledì 18 marzo 2009

Re Desiderio legittimo erededi Costantino

Questa è

La pièce teatrale "La Divina Commedia di Adelchi"di Yasmin von Hohenstaufen ,Regista V. di Bonaventura tratta della fuga di Adelchi a Costantinopoli, unitamente al figlio Poto da cui i principi Puoti di Castelpoto(BN)
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#3 21 Agosto 2008 - 07:04

Il figlio dell'ultimo re longobardo Desiderio(Pothos), Re Adelchi,o Adalgiso, fuggi' a Costantinopoli ove fu accolto amichevolmente(era un discendente di Costantino e degli imperatori Potior Valens Valentiniani), inoltre gli fu dato il nome di Teodate(Flavius Gaius Teodatis Potior,) e lo si tenne pronto, come possibile pretendente ,unitamente al Figlio Poto di Castrum Komne, da cui Comneno di Castrum Poti.(Costantinopoli e Poti in Georgia) Bisanzio la seconda Roma ed. Newton Compton di Ralph Johannes Lilie
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#4 21 Agosto 2008 - 07:09

Flavio Isacco Comneno di Castrum Poti (dal nome dell'avo Poto, figlio di Adelchi) o Kastamono (da Castrum Monoikos dedicato ad Eracles Monoikos , culto della gens Potitia , da cui Comneno discendeva. The last centuries of Bisantium (Cambridge 1987)
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#5 12 Settembre 2008 - 16:33

Meeting Muses su 5 Agosto 2007 at 08:36:

Meeting of muses

In Autunno a Napoli
Un’inedita Divina Commedia ha debuttato a Monsampolo del Tronto.
Monsampolo Del Tronto | Si tratta della Divina Comedia di Adelchi della Principessa Yasmin. Regista, Vincenzo Di Bonaventura.

di Paride Travaglini

Il 28 Luglio al Teatro Comunale di Monsampolo del Tronto ha debuttato la Divina Commedia di Adelchi di Princess Yasmin von Hohenstaufen con il Regista attore Responsabile del Teatro e Founder del Teatro Aikot27 Vincenzo di Bonaventura definito dal Green Princes Trust, “il piu’ grande attore vivente.”

L’opera e’ ispirata ad documenti storici relativi a Queen Ansa ,madre di Adelchi , ritrovati dall’autrice filologa drammaturga negli archivi dei Duchi di Wessex, suoi avi.
La Principessa Yasmin li ha plasmati in tragedia riadattati in lingua italiana .Un’opera raffinatissima cui la critica e’ particolarmente grata.

La Regina Ansa era moglie di Re Desiderio,nonna di Re Poto capostipite dei Principi Puoti e discendeva dagli antichi Re Pendagrom del Galles e dai Caractago, antenati dei duchi di Wessex e della stessa principessa Yasmin, pronipote di Re Desiderio. E’ verosimile che tali documenti storici facessero parte del patrimonio archivistico di Lord Wessex che intendeva farne dono a William Shakespeare , per trasformarli in opera teatrale.

Non si comprende come mai non siano pervenuti al drammaturgo. L’opera parla della tragedia di Adelchi, ma in modo più fedele, rispetto alla vicenda del Manzoni. La principessa Yasmin, visto che William Shakespeare non poteva più utilizzare tali documenti per l’opera , ne ha fatto uno straordinario dramma teatrale.

30/07/2007

n Ottobre a Napoli

Meeting of Muses su 29 Ottobre 2007 at 13:10:

servizio.regioni@adnkronos.com

La Divina Commedia di Adelchi tratta da Historia Potorum ed. Alke’ della principessa Yasmin von Hohenstaufen,Regista sir Vincent di Bonaventura svela il mistero della scomparsa della salma di Re Desiderio:fu Papa Alessandro Borgia a trafugarla , notte tempo ,dalla chiesa di Santa Margherita a Paesana (Cuneo)- per un rito diabolico.Le fonti che confermano tale tesi nell’archivio dell’Arcivescovo di Amalfi Antonius Puoti, vissuto nella meta’ del 1700, discendente di Re Desiderio. Abbattere la tomba di Re Desiderio, da parte di Papa Borgia significava minare il carisma della discendenza di Costantino.
a cura della prof R. Macedonio
fondazione longobarda
3394519134

La Divina Commedia di Adelchi , pièce teatrale della principessa Yasmin von Hohenstaufen, regista Vincent di Bonaventura Teatro Aikot 27
Il 1493 , degli emissari inviati da papa Alessandro Borgia, trafugano la salma di Re Desiderio dalla chiesa di Santa Margheria a Peysanne, l’avita Curtis Regia di Re Desiderio, attuale Paesana, in provincia di Cuneo
.

Re Desiderio, vi era tornato ,ormai vecchio, verso la fine del 700 prima dell’anno mille,dopo la lunga prigionia nel monastero di Corbie,in Francia, ea causa dell’alleanza tra papa Stefano e Carlo Magno,che aveva portato alla sconfitta Re Desiderio (750), accecato per ordine dello stesso genero Carlo Magno che lo tenne prigioniero a Corbie., inducendo Paolo Diacono, biografo di Re Desiderio “a manipolare la storia, dopo averlo accecato e reso prigioniero in un monastero.
Cosa induceva il Papa Alessandro Borgia, il papa peccaminoso,oltemodo ambizioso e crudele, padre di oltre 20 figli naturali ed alcuni incestuosi, a perdere il suo tempo a violare la salma di Re Desiderio morto verso la fine del 700 prima dell’anno mille?
Semplice:il sarcofago era diventato oggetto di venerazione da parte di umanisti che insieme con Lorenzo Valla sostenevano che i legittimi eredi di Costantino erano Re Desiderio ed i suoi discendenti e non la chiesa, in quanto la donazione di Costantino alla Chiesa era un falso!
La stessa discendenza in esilio, presso la repubblica Marinara di Amalfi di Giovanni Comneno di Poti e Giorgio figlio di DavideII Comneno di Poti, in Georgia, Impero di Trebisonda , Comneno di Poti., si recava in venerazione sulla tomba dell’avo Re Desiderio.

+
La venerazione di Re Desiderio, di cui la santita’ e generosita’ era divenuto un mito,ritenuto un martire e santo, minava il potere assoluto temporale e spirituale di cui i Papi si erano fatti forti , prima dellla scoperta di Lorenzo Valla, proprio in un momento in cui Alessandro VI
era arbitro della spartizione del nuovo continente tra Re Cristiani di Spagna e Portogallo. Quindi,in modo proditorio, il potere imperiale concesso da Costantino, attraverso una manipolazione della chiesa si estendeva oltre i confini del nuovo mondo, legittimando anche in esso il potere della chiesa.
La dinastia dei Comneno di Poti (Georgia)derivava da Flavio Isacco Comneno di Castrum Poti o Castrum Komne ,ascendeva, infatti, attraverso il nipote di Re Desiderio, Poto, figlio di Adelchi, proprio da Costantino.Dpo la sconfitta dei Longobardi , Re Adelchi ed il figlio Re Poto , si rifugiarono a Costantinopoli,edificando Castrum Komne, in turco Poto, potente, despota, mutando il nome in Flavius Jovius Teodatis Patricius Romanorum et Bisantii. Nel 1491 tale dinastia detta Comneno di Poti Jerontes Paleologo (nel senso di Vecchio, forte, Potente)era ancora vitale nei vari ambasciatori delle repubbliche marinare che contendevano la leadership al papa e mutaval ‘epiteto di Poto in Puoti di Castrum Komne o Castelpoto.
Distruggere l’oggetto del mito, ossia la salma di Re Desiderio,

battendo il muro della sua tomba, con degli emissari, guidati da alcuni Farnese , figli naturali del Papa
Conferma di tale trafugamento , si trova negli archivi dell’ambasciatore duca Alessandro Macedonio presso il papa Borgia a Fiordimonte, nella Fortezza del castello di Alfi , ma anche in varie cronache tra cui, quelle di

IACOBI de AQUIS Chronicon imaginis mundi, p. 1493 (”Fuit autem rex Desiderius per multos annos in confinibus in civitatem Vienne in Gallia. Tamen ultimo sibi conceditur quod in Lombardia revertatur et habitet in valle Padi, in villa que dicitur Peysanna ultra Revellum et citra montem Vesulanum. Et ibi vitam finivit. Corpus autem positus fuit in ecclesia sancte Margarite in monumento eiusdem ville. Sed postmodum multo tempore transacto, aliqui de Papia illuc vadunt, et nocte circa monumenttum faciunt vigiliam, et dormiente sacerdote monumentum frangunt et ossa inde accipientes Papie portaverunt”).

Papa Alessandro VI fece riferimento alla Donazionedi Costantino per giustificare il suo intervento nella disputa tra Spagna e Portogallo sul dominio del Nuovo Mondo, concretizzatosi nell’emissione della bolla papale Inter Caetera nel 1493. La supposta donazione di Costantino includeva infatti le isole della ‘parte occidentale’ dell’Impero Romano e all’epoca dell’emissione della bolla non era certo ancora noto che i nuovi territori, frutto di recentissime scoperte, si sarebbero rivelati essere un nuovo continente; sicché l’intero oceano Atlantico, con le nuove ‘isole’, vi era considerato parte dell’antica metà.
Anche Dante fu ingannato sulla Donazione di Costantino, al punto che Famoso ed illustre il giudizio negativo dato da Dante Alighieri, benché anch’egli convinto dell’autenticità del documento, sugli effetti della donazione:

« Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre! »
(Inferno XIX, 115-117)

Gli studi storici Nel 1440 l’umanista italiano Lorenzo Valla, sulla scia delle pesanti perplessità già espresse pochi anni addietro dal filosofo Nicola Cusano, dimostrò in modo inequivocabile che la donazione fosse un falso. Lo fece in un approfondito, sebbene tumultuoso studio storico e linguistico del documento, mettendo in evidenza anacronismi e contraddizioni di contenuto e forma: in particolare, ad esempio, egli contestava la presenza di numerosi barbarismi nel latino, dunque necessariamente assai più tardo di quello scritto al IV secolo. Altri errori, come la menzione di Costantinopoli, allora non ancora fondata, erano addirittura più banali.
Verso il 1440,L’umanista Lorenzo Valla svela che la Donazione di Costantino e’ falsa!Tuttavia
l’opuscolo del Valla, De falso credita et ementita Constatini donatione declamatio (’Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica’), poté essere pubblicato solo nel 1517 ed in ambiente protestante, mentre la Chiesa cattolica difese ancora per secoli la tesi dell’originalità del documento. Il dibattito successivo sulla datazione e sull’origine della falsificazione si è mosso su ‘piste’ differenti: l’ubicazione della tradizione manoscritta, l’uso strumentale che i potenti fecero del documento, l’individuazione di motivi leggendari nel testo del Constitutum, sono tutti argomenti che si è cercato di sfruttare al meglio per dare una risposta.
Cio’ non proibi’ al Papa Borgia di prendere le opportune cautele.
Nel 1493 Il Papa Alessandro VI Borgia , invia di notte emissari per trafugare la salma di Re Desiderio, oggetto di culto di umanisti a Peysenne , alle sorgenti del Po , presso la chiesa di Santa Margherita,(attuale Paesana in provincia di Cuneo)ove Re Desiderio, ormai vecchio e cieco , si era rifugiato, dopo che , ormai inoffensivo gli era stato concesso di uscire dalla prigionia del Monastero di Corbie in Francia, ove lo deteneva il genero Carlomagno, dopo aver unitamente a Papa Stefano usurpato il Regno dei longobardo ed i carismi di Costantino, di cui Re Desiderio era legittimo erede .

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